In un pomeriggio uggioso di fine Maggio, sfogliando libri di cucina in compagnia di Minnu e delle mie piante, mi balena per la testa che tra le ricette della cucina La Fleur non ce n'è nemmeno una a base di carne rossa.
Decido di rimediare immediatamente, anche se, devo ammetterlo, le preparazioni a base di carne non sono assolutamente il mio forte: mi cimento quindi in una vera prova carnivoro-culinaria. Senza rinunciare, come al solito, ad una buona dose di verdure ^-^. Ed ecco il risultato:
Melanzane ripiene al manzo e peperoni
Per 2 persone [dosi belle abbondanti ^-^]:
2 melanzane non troppo grandi
2 cipolle piccole
1 spicchio d'aglio
1 peperone rosso
400 g di polpa di manzo
2 foglie d'alloro fresche
2 rametti di timo fresco
1 cucchiaino di peperoncino
pangrattato
pinoli
sale, olio extravergine
Per prima cosa, tagliate le melanzane a metà per il lato lungo e cuocetele al vapore per 15 minuti, la polpa dovrà risultare morbida ma ancora soda. Una volta pronte, svuotatele avendo cura di non rompere il guscio esterno e sminuzzate la polpa grossolanamente.
Tritate le cipolle e l'aglio, tagliate a cubetti piccoli il peperone e soffriggete il tutto con un cucchiaio d'olio, l'alloro e il timo. Dopo 10 minuti aggiungete al soffritto la polpa delle melanzane e fate andare per altri 10-15 minuti.
Nel frattempo, macinate la carne, conditela con un cucchiaio d'olio, sale e peperoncino e mescolatela bene, in modo che il condimento si distribuisca uniformemente. Cotto il soffritto, lasciatelo raffreddare alcuni istanti e aggiungetelo alla carne, amalgamate il tutto per bene, aggiustate di sale e riempite i gusci delle melanzane. Disponeteli poi in una teglia unta, spolverizzate di pangrattato, pinoli e condite con un giro d'olio.
Infornate a 170° ventilato [o 180° normale] per 15-20 minuti.
A detta dell'omaccione che se l'è spazzolate quasi tutte, la prova carnivoro-culinaria è stata superata ^-^
Visto lo splendido aroma che il timo comune [Thymus vulgaris] dona ai nostri piatti, vi consiglio di dare uno sguardo anche ad un suo stretto parente, il Thymus pulegioides