giovedì 28 aprile 2011

Tempo di fragole e di tiramisù


Ecco il mio primo tiramisù alle fragole. Non avendolo mai provato, ho deciso di seguire il consiglio della mia amica Valentina e di provare a farlo con metà mascarpone e metà ricotta. Il risultato è una crema un po' più morbida e cremosa, dal gusto delicato e decisamente meno carico della crema classica al mascarpone. Secondo me ideale accompagnata dalle fragole.


Tiramisù alle fragole

Ingredienti:
250 g di mascarpone
250 g di ricotta vaccina
5+3 cucchiai di zucchero
5 uova
400 g di fragole
1 limone
biscotti savoiardi

Prima di tutto pulite e tagliate le fragole a pezzetti piccoli, irroratele con il succo del limone e 3 cucchiai di zucchero e lasciatele riposare almeno un'ora, finché non avranno prodotto un bel po' di sughetto.
Per la crema, montate a neve molto ferma gli albumi, sbattete i tuorli con 5 cucchiai di zucchero, amalgamate ricotta e mascarpone [scolando e setacciando per bene la ricotta]. Dopodiché unite i tuorli al composto di ricotta e mascarpone e lentamente amalgamate con gli albumi montati, mescolando sempre nello stesso verso dal basso verso l'alto, per far incorporare aria al composto e renderlo soffice e spumoso.
A questo punto non vi resta che comporre il vostro tiramisù: scolate le fragole conservando il sughetto, nel quale ammorbidirete leggermente i savoiardi, e disponete a strati crema, savoiardi e fragole. Potete fare il classico tiramisù in un unico contenitore, oppure, come ho fatto io, disporlo in bicchieri o tazzine monoporzione. 


Due parole sulla Fragola. Fragraria vesca è una pianta erbacea della famiglia delle Rosacee, parente stretta di rose, more e lamponi. La specie spontanea è la classica fragolina di bosco, dalla quale nel tempo sono state selezionati ibridi e varietà di ogni tipo. Cresce spontaneamente nei boschi ombrosi di tutta Italia, in prevalenza al Nord, e viene coltivata più o meno ovunque, dove il clima lo concede.
Si dice che la Fragola sia il frutto solare per eccellenza, nel quale è racchiusa la forza del Sole primaverile, giovane e tenace. Inoltre, i fiori e i frutti della Fragola simboleggiano Amore e Lealtà: famoso è il passo dell'Otello in cui il moro di Venezia dona a Desdemona un fazzoletto con ricamati fiori e frutti di Fragola in pegno del loro forte legame. Peccato però che questo preziosissimo fazzoletto costerà la vita a Desdemona, tutto per colpa della cieca gelosia.
I frutti e le foglie di Fragola, infine, sono diuretici, astringenti e ricchi di sali minerali.

lunedì 18 aprile 2011

Un semplice risotto ai carciofi


Mi capita a volte di entrare nel turbine del "cucinare qualcosa di speciale-originale-sensazionale" per stupire con le mie doti culinarie il mio ragazzo o chi si presta a far da cavia alle mie imprese. Poveri sventurati. Eh sì, perché nel migliore dei casi quello che esce dalla mia cucina è "buonino"....non sono portata per queste cose, l'ho capito, e lo sapevo già da tempo, ma a volte ci casco. 


Nel caso odierno, stavo per incappare di nuovo nello stesso errore, volevo fare un risotto coi carciofi strabiliante, con chissà quale ingrediente segreto...per fortuna poi mi sono ridimensionata, ricordandomi che il risotto con i carciofi è già una cosa deliziosa, senza bisogno di chissà ché d'altro. 
Ecco la ricetta, velocissima e semplice, senza troppi rocamboleschi rigiri di ingredienti, e forse proprio per questo davvero squisita.

Risotto ai carciofi

Per 2 persone:
180 g di riso originario
3 carciofi
1 cipolla
olio extravergine
1/2 bicchiere di vino bianco
acqua bollente
pecorino sardo a media stagionatura
pepe bianco 
sale

Pulite e sminuzzate i carciofi, tritate la cipolla e fate appassire il tutto con un po' d'olio [senza esagerare] in una padella a bordi alti per circa 5 minuti. Aggiungete il riso, alzate il fuoco e fatelo rosolare per alcuni istanti, dopodiché spruzzate col vino bianco, fate sfumare, mescolate per bene e coprite il tutto d'acqua bollente. Fate cuocere il riso per circa 15-20 minuti, a fuoco moderato, senza coprire la padella, ogni tanto mescolate e aggiungete un goccio d'acqua. Quasi a fine cottura salate e date un giro di pepe. Spegnete il fuoco quando il riso sarà ancora leggermente al dente, e lasciatelo riposare 5 minuti. Distribuite poi nei piatti, condite con scaglie di pecorino, un pizzico di pepe bianco e un giro d'olio a crudo.



Ed ora, il Carciofo. Cynaria cardunculus, questo è il suo nome scientifico, appartiene alla famiglia delle Asteracee ed è stretto parente di margherita, fiordalisi e girasoli. La parte edule, anche se non sembra, è il fiore della pianta: se lo si lasciasse sbocciare, dalle foglie spinose spunterebbe un capolino fitto fitto di fiorellini azzurri, una vera meraviglia. 
Benché il Carciofo sia una pianta molto benefica alla salute, nei secoli scorsi non è mai stato considerato più di tanto e solo nel 1466 Filippo Strozzi ne iniziò la coltivazione in Toscana.  
Ben al-Talla, un poeta arabo del XI secolo, in un suo canto paragona il fiore del Carciofo, la "alcachofa", ad una "vergine greca nascosta in un velo di spade" rinchiusa in un castello. Ma non solo gli Arabi accolsero il simbolismo femminile di questa pianta: anche Orazio nominò una giovane amante di un suo poema con il nome di questa pianta e la polposità e il gusto delicato del Carciofo sono stati spesso paragonati alla bellezza generosa delle donne un po' in carne. 
Discostandoci dalle curve femminili evocate dal Carciofo, questa pianta è stata utilizzata anche come sininimo di persona "sciocca" e un po' "minchiona".
Infine, è da ricordare che il Carciofo ha un'inifità di proprietà benefiche per stomaco, reni ed intestino, favorendo una buona digestione e una copiosa diuresi.

giovedì 14 aprile 2011

Quasi dimenticavo...premio!


Ma si può? io dico di no...stavo proprio per dimenticarmene...
La gentilissima Mai di Il colore della curcuma mi ha premiata qualche giorno fa con il Versatile blogger. 
Non so bene come si proceda in questi casi, ma mi attengo alle regole che ho trovato sul blog di Mai. Iniziamo con 10 cose su di me...

1- Le piante di ogni genere sono la mia passione (ma và????)
2- E curare il giardino e l'orto sono le cose che più mi piace fare (anche mangiare, dai...)
3- Ho i capelli ricci e chi mi conosce non può che confermare il detto "ogni riccio un capriccio" (...ma secondo me non è vero^-^)
4- Ho una gatta un po' scorbutica che, dicono, mi assomiglia molto
5- Sono una camminatrice forsennata, non mi fermerei mai
6- E come per le comminate, cucinare è un'altra cosa che non mi stanca mai
7- Infatti il lavoro più divertente che ho fatto fino ad ora è stato quello di cuoca-tuttofare nella cucina di uno stabilimento balneare
8- Ah, una cosa importante: non sopporto il caldo e l'estate al mare, in collina e montagna va bene
9- Devo dire però che uno dei miei frutti preferiti (assieme ai fichi) è l'anguria...haimé, tipico frutto estivo
10- Infine, anche se in molti disapprovano, adoro cucinare ascoltando musica metal e, nessuno me ne voglia per questo, la musica che passa per radio, se sto cucinando, mi irrita proprio.

E ora, ecco i 10 blog che a mia volta vorrei premiare:

lunedì 11 aprile 2011

Streusel alle mele e marmellata di prugne


Il mese scorso ero in cerca di una ricetta per la torta di compleanno di mia sorella. Ora, dovete sapere che lei non è una grande amante di creme, panna montata, ganache e arzigogoli vari, quindi una classica torta di compleanno non le si addice proprio. Tra libri e blog sono approdata da Fabien, dove ho trovato lo Streusel, una torta di pasta lievitata che a vedersi faceva proprio al caso mio. La ricetta originale prevede le susine fresche, ma non essendo in stagione ho rimediato con uno strato di marmellata di prugne coperto a sua volta da uno strato di mele renette a fettine sottili. 


Vi riporto di seguito la ricetta originale:

"Per una teglia rotonda di 27cm di diametro

500gr di frutta [già privata di eventuali bucce, semi, noccioli…] nel mio caso susine gialle e rosse [nel mio caso 4 mele renette]
450gr di farina 0 [300+150]
125ml di latte
40gr di burro a temperatura ambiente
110gr di burro freddo
130gr di zucchero semolato [30+100]
1 uovo intero
20gr di lievito di birra
il succo di 1 limone
qualche goccia di essenza di limone [io non l'ho messa]
3 cucchiai di cocco essiccato grattugiato [io non l'ho messo]
1 cucchiaio di zucchero vanigliato
40gr di nocciole, sbriciolate grossolanamente
qualche rametto di timo-limone [io non l'ho messo]
1 pizzico di sale

Iniziamo con il preparare la base lievitata… Mescolate insieme 300gr di farina, 30 di zucchero, il sale, l’uovo, ed il burro a temperatura ambiente. Sciogliete il lievito nel latte intiepidito ed incorporatelo nell’impasto. Infine, aggiungete qualche goccia di essenza di limone. Lavorate il tutto per qualche minuto, preferibilmente con un’impastatrice o con l’attrezzo apposito della frusta elettrica, per far incorporare aria e garantire un risultato molto soffice poi coprite con un panno e lasciate lievitare per almeno mezz’ora. Non è necessario che raddoppi di volume, ma assicuratevi che l’impasto sia comunque gonfiato un po’ prima di usarlo.
A questo punto preparate lo streusel mescolando con le dita il burro freddo tagliato a cubetti, 150gr di farina, 100 di zucchero ed il cucchiaio di zucchero vanigliato. Non lavorate troppo l’impasto perché non dovete ottenere una pasta sablée ma vi basta che si creino le briciole con cui spolverare la torta. Conservate in frigo fino al momento di usarle.

Terzo step, la frutta. Tagliatela piuttosto finemente a spicchi, fette o rondelle (dipende un po’ da cosa usate)… le susine le ho tagliate tutte in 6-8 spicchi.

Appena la base sarà gonfiata abbastanza, rivestite una teglia con della carta da forno e versate dentro l’impasto aiutandovi con le mani o una spatola in silicone per ricoprire interamente il fondo della teglia in uno strato dallo spessore il più possibile uniforme. Coprite tutta la base con la frutta tagliata senza lasciare spazi vuoti e fatela aderire bene premendo leggermente con il palmo della mano. Distribuite sulla frutta il cocco grattugiato ed il succo di limone (se vi pare che la vostra frutta sia ancora leggermente acerba aggiungete anche uno o due cucchiai di zucchero).
Adesso è arrivato il momento dello streusel: toglietelo dal frigorifero e distribuitelo su tutta la superficie del dolce. Completate con le nocciole sbriciolate e qualche foglia di timo limone e infornate a 170°C per una buona mezz’ora finché la torta sarà ben lievitata e leggermente dorata (se vedete che le nocciole tendono a sbruciacchiarsi, coprite con dell’alluminio fino a pochi minuti dal termine)."


Io ho fatto esattamente tutto quello che prevede la ricetta, ma invece di coprire la pasta con le susine l'ho spalmata con 4 cucchiai abbondanti di marmellata di prugne [home made] e con le mele renette a fettine sottili sottili. Per il resto, tutto uguale.
Era decisamente ottima!


E visto che siamo in tema di mele, due brevi parole su Malus sylvatica, l'antenato di tutti i meli del mondo. Il Melo è un albero di medie dimensioni appartenente alla famiglia delle Rosacee che vive nei boschi di latifoglie nella fascia temperata-fredda del globo terrestre. I suoi bellissimi fiori iniziano a sbocciare proprio in questi giorni e, nell'arco di poche settimane, daranno delle piccole melette giallo-rosee, dal gusto acidulo e fresco.
Moltissime sono le leggende e i miti che vedono protagonista quest'albero. 
Nella mitologia greca, ad esempio, il Melo è l'albero della Conoscenza salvifica che dona l'immortalità e per i Celti un ramo di melo veniva sempre portato dai messaggeri che traghettavano i morti nell'aldilà. 

Un simbolo ricorrente legato ai suoi frutti è la tentazione: chi non conosce la storia della tentazione di Eva e della mela rossa donata dalla strega a Biancaneve???

venerdì 1 aprile 2011

Rose e Rosette



Non so voi, ma io adoro il pane integrale, se poi arricchito con una buona dose di semi vari è ancora più gustoso ed invitante. Il pane di questo tipo è tipico dei paesi nordici...in Norvegia si trova di quel pane che è una vera meraviglia, generalmente con farina di segale e zeppo di semi di ogni tipo: girasole, succa, papavero, lino, sesamo....gustosissimi.



Ora, queste rosette non sono proprio come quelle pagnottone norvegesi, ma diciamo che il tentativo di avvicinarcisi almeno un po' ha dato buoni frutti.

Per 4 rosette:
400 g di farina 0
200 g di farina integrale
15 g di lievito di birra
1 cucchiaino scarso di zucchero
1 cucchiaio d'olio
2 bicchieri di acqua calda
1 cucchiaio di sale
semi di sesamo
semi di girasole
semi di lino
1 tuorlo d'uovo

Sulla spianatoia setacciate le farine, il sale e fate la fontana. Versate nel buco l'olio, parte dell'acqua e scioglietevi il lievito con lo zucchero. Impastate il tutto, aggiungendo acqua poco per volta [non è detto che vi serva tutta] e formate una palla omogenea e liscia. Schiacciate al centro questa palla formando una specie di conchetta, versatevi dentro una buona dose di semi, richiudete con dei lembi di pasta e impastate nuovamente fino a che i semi non saranno ben distribuiti in tutto l'impasto. 
Dividete la pasta in quattro parti uguali. Fatene dei rotolini lunghi circa due palmi e schiacciateli con le mani per formare delle striscie alte circa 3-4 cm che arrotolerete a spirale. 
Sistemate le rosette in un tegame, coprite con un canovaccio tiepido e lasciate lievitare per circa 1 ora e 1/2.
Trascorso il tempo di lievitazione, accendete il forno a 200°. Sbattete il tuorlo con due cucchiai d'acqua e spennelate la superficie dei panini, cospargeteli poi di semi di lino e di sesamo. 
Infornate e dopo 5 minuti abbassate la temperatura a 180°, fate cuocere per 30 minuti circa, finché le rosette non saranno ben dorate.
Una volta sfornate, ponetele a raffreddare su una gratella.




E con questo pane come non potevo propinarvi almeno un paio di foto della regina dei fiori, la Rosa? Una delle piante più amate in assoluto, la Rosa appartiene, ovviamente, alla famiglia delle Rosaceae ed è diffusissima in tutto il mondo, con una numero infinito di varietà, specie, ibridi e cultivar.
Nonostante si possa pensare che simboleggi gioia, armonia e luminosità, la Rosa nei secoli passati è sempre stata associata all'impermanenza della bellezza, alla fugacità della vita e alla sua breve durata: i suoi giri di petali simboleggiano il tempo che scorre inesorabile ma allo stesso tempo sono immagine dell'Uno, inteso come origine del tutto che ritornerà poi in esso con destinazione nel Nulla. 



Cosa curiosa è che per ogni tipo di rosa esiste un messaggio differente, come ad esempio la rosa bianca evoca Silenzio e Segretezza, quella canina Indipendenza e Poesia, la rosa  variegata l'Amor tradito e quella gialla Infedeltà e Vergogna [attenzione, quindi a regalare le rose del colore giusto!!!...e la scelta delle rose nelle foto è puramente casuale^-^]. 
Vi lascio infine con un aneddoto, secondo il quale nell'antica Persia gli usignoli iniziavano a cantare solo allo schiudersi dei boccioli di rosa, per inneggiare l'amore che essi provavano per la regina di tutti i fiori.