lunedì 28 marzo 2011

Beignet au chocolat o bigné al cioccolato?



Beignet o bigné? o forse bignè? Il mio piccolo dilemma di pronuncia, una lievissima variazione linguistica che ha scatenato in me una polemica assurda contro l'italianizzazione dei nomi stranieri dei cibi [ma non solo]. Polemica che è durata ben poco, giusto il tempo di notare che in effetti, in questo caso, la differenza tra la pronuncia del nome originale "beignet" e quello italiano "bigné" [o "bignè"] è davvero sottile. Ma è durata comunque il tempo necessario a lasciarmi una punta di stizza, perchè dal semplice nome di un dolce sono arrivata tramite considerazioni [molto poco] logiche alla traduzione dei titoli dei film dall'originale all'italiano, constatando che molto spesso questi vengono totalmente storpiati, cambiando quasi di significato.
E voi mi direte: embè? 
Ebbene...abbandono la mia polemica sterile...l'importante, nel caso dei bigné, è seguire pari pari la ricetta, perché il risultato di sicuro sarà ottimo, ed è quello che conta.
Poi, possiamo pure chiamarli come ci pare! ^-^


Per circa 30 beignet [o bigné ^-^]:
125 ml di acqua
75 g di burro
75 g di farina
2 uova
1 pizzico di vanillina [solo per quelli dolci]

Portate ad ebollizione l’acqua con il burro in un pentolino d’acciaio a fondo spesso. Quando avrà raggiunto il bollore, togliete dal fuoco ed incorporate tutta in una volta la farina, rimescolate energicamente con una frusta e ponete nuovamente sul fuoco, sempre mescolando, fino ad ottenere una pasta omogenea che si stacca dai bordi del pentolino. Lasciate raffreddare per circa 15 minuti, dopodiché incorporate le uova una alla volta, la vanillina ed amalgamate bene il tutto finché la pastella avrà un aspetto colloso ed uniforme.
Accendete il forno a 180° ventilato.
Foderate la placca del forno con carta da forno e con un sac-à-poche disponete delle piccole noci di pastella distanti circa 3cm una dall’altra. Infornate per 20 minuti [ dovranno essere dorati in superficie] e una volta sfornati, lasciate raffreddare i bigné su una gratella.

Per la crema al cacao:
½ l di latte
100 g di zucchero
2 cucchiai di farina
3 cucchiai di cacao non zuccherato
4 tuorli

In una casseruola a bordi alti setacciate farina, zucchero e cacao. Unite i tuorli e 3 cucchiai di latte, sbattete il tutto energicamente con una frusta, amalgamando fino ad ottenere un composto privo di grumi. A questo punto aggiungete il latte rimanente poco alla volta, sempre rimescolando, e ponete la casseruola sul fuoco a fiamma bassa. Portate ad ebollizione mescolando di continuo e lasciate sobbollire per qualche minuto finché la crema non si sarà solidificata.
Togliete dal fuoco e fate raffreddare la crema.
[Un consiglio ipercalorico per gli amanti del “cioccolato a sfinimento”: quando la crema è ancora calda, aggiungete due cuboni di cioccolato fondente e mescolate bene fino a farli sciogliere ed amalgamare.]

Per la copertura:
50 g di cioccolato fondente
20 g di burro

Fate fondere a bagno maria il cioccolato con il burro e lasciatelo raffreddare qualche istante prima di ricoprire i bignè. 

Adesso non vi resta che completare l’opera: con una siringa da pasticcere riempite i bigné di crema e ricopriteli con un cucchiaino scarso di cioccolato fuso. Riponeteli in frigo, cercate di resistere  almeno un’ora e poi dateci dentro ^-^


E visto che mi sono raddolcita, pensando a questi ottimi dolcetti, vi lascio con una bellissima pratolina, per salutare l'arrivo della primavera. Sapevate che le damigelle del Medioevo per far conoscere il loro amore ai cavalieri desiderati ne adornavamo lo scudo con due pratoline?...io no, conoscevo solo il classico m'ama non m'ama, anch'esso giochino amoroso risalente al Medioevo.



venerdì 25 marzo 2011

Cannoli salati e Rametti guardiani


Qualche tempo fa chi passava danvanti alla finestra  della mia cucina doveva pensare che fossi tutta matta: vasetti colmi d'acqua dai quali spuntavano rametti privi di foglie e fiori se ne stavano lì, allineati a fare la guardia. 
Poi, ecco che all'improvviso iniziano a spuntare piccoli boccioli bianchi, veloci come lampi, di ora in ora i miei rametti si sono vestiti di pon-pon candidi, e dopo qualche giorno eccoli vincere la loro timidezza...un'espolsione di fiori profumati aveva invaso la mia finestra.


Si, si, sto parlando proprio dei bellissimi fiori dell'albicocco. Una meraviglia per gli occhi e il naso ^-^...dopo la potatura degli alberi, mi è sempre piaciuto fare questo "artificio giardiniero" per permettere ai poveri rametti recisi di fare comunque la loro bella figura.
Ed ecco una delle ricettuzze alla preparazione della quale i fortunati rametti hanno potuto assistere:


Cannoli alla crema di zucca

In origine dovevano essere cannoli al radicchio e robiola...durante la preparazione della pasta però un'evoluzione di idee si è fatta largo nella mia testolina ed alla fine ecco qua: cannoli con crema di zucca.Nessuno ha rimpianto il radicchio.

Per 12 cannoli:
250g di farina
4 cucchiai d'olio extravergine
1 cucchiaino di sale
acqua tiepida
400g circa di zucca di Chioggia
1/2 scalogno
125g di robiola fresca
1 cucchiaio di semi di sesamo
olio extravergine
sale e pepe bianco

Per i cannoli: impastate energicamente la farina con l'olio, il sale e un po' d'acqua tiepida per almeno 5 minuti fino ad ottenere una palla liscia e soda. Lasciate riposare per circa mezz'ora. Dopodiché stendete la pasta in un rettangolo spesso circa 3mm; tagliate delle striscioline larghe circa 2cm e arrotolatele facendole leggermente sovrapporre sui cilindretti per cannoli. Infornate per circa 15 minuti a 180°. Sfornate quando saranno ben dorati e lasciateli raffreddare.

Per il ripieno: tagliate la zucca a cubetti, tritate lo scalogno e fateli cuocere in padella con un goccio d'olio finché la zucca non si sarà sciolta totalmente [la purea dev'essere ben asciutta e compatta]. Lasciate raffreddare per qualche minuto, dopodiché incorporate la robiola, salate, pepate e aggiungete il sesamo tostato. Amalgamate benissimo la crema.

Composizione: con una sacca da pasticcere riempite i cannoli con la crema e mangiatene in gran quantità ^-^


Per la riuscita di questi cannoli è assolutamente necessario utilizzare un tipo di zucca dalla pasta soda e compatta, proprio come quella di Chioggia, altrimenti la crema potrebbe non acquistare la giusta consistenza.

E infine due parole sull'albicocco: a dispetto del suo nome scientifico ["Prunus armeniaca"], l'albicocco è una pianta originaria della Cina, appartenente alla famiglia delle rosacee. Introdotta dagli Arabi in Europa, viene da noi coltivata ormai da secoli. I suoi frutti, a noi tutti conosciuti e da quasi tutti graditissimi, maturano in giugno e sono ricchi di carboidrati, vitamine e, se essicati, contengono una buona concentrazione di minerali ed oligoelementi.  
Vi lascio con una leggenda cinese risalente circa al 2000 a.C., secondo la quale un tempo gli albicocchi non producevano frutti così carnosi, ma piccole bacche coriacee: si narra che una giovane fanciulla, alla notizia della ceduazione di tutti i bellissimi albicocchi del suo paese, passò la notte della vigilia sotto uno di questi alberi ed al risveglio notò con piacere che i fiori, grati della sua presenza, si erano tramutati per lei nei frutti che noi tutti oggi conosciamo.

giovedì 17 marzo 2011

Torta salata con l'intruso e il Broccolo rosa


Quest’anno i cavoli nell’orto hanno fatto strani scherzi: tanto per cominciare, non hanno voluto saperne di crescere fino a qualche settimana fa. Ad essere sinceri alcuni di loro, come ad esempio il signor cavolfiore bianco e il broccolo calabrese, non si sono ancora fatti vivi e probabilmente per quest’anno non mi degneranno minimamente della loro presenza. I più bravi sono stati i cavoli neri, che senza troppe storie sono cresciuti e si sono fatti magiare in svariati modi.


E poi ci sono i broccoli romani...ecco, loro, quando ormai non ci speravo più, hanno iniziato a crescere e crescere e crescere...solo che alcuni hanno pensato bene di tingersi la chioma di rosa e di viola...mai visti broccoli così nell’orto. Però devo dire che sono molto buoni, sarà la lunga attesa o il loro bel colorito, non so, l’importante è che siano nati e che ora si possano finalmente gustare!


Bene, adesso la pianto con questo sproloquio sui cavoli [che per altro sono ottimi amici della nostra salute, dovremmo mangiarne in grandi quantità tutti i giorni] e vi lascio la ricetta di una torta salata che in origine doveva avere solo zucca e broccoli come ripieno, ma poi anche un carciofo mi pareva non ci stesse per niente male e quindi....



...Torta di zucca e broccolo con intrusione del carciofo

Per la pasta:
200 g di farina 0
3 cucchiai d’olio extravergine
1 cucchiaino di sale
acqua tiepida

Per il ripieno:
1 broccolo romano [circa 400g]
300g di zucca mantovana a cubetti
1 carciofo
2 cipolle
2 uova
70g di parmigiano grattugiato
70g di scamorza grattugiata
2 cucchiai d’olio extravergine
sale, pepe, origano
pangrattato

Pasta
Su una spianatoia impastate la farina con l’olio, un po’ d’acqua tiepida e il sale per alcuni minuti, fino ad ottenere un palla liscia e compatta. Lasciatela riposare sotto un canovaccio, giusto il tempo di preparare il ripieno.

Ripieno
Pulite il broccolo e fatelo lessare, scolatelo al dente.
Nel frattempo pulite il carciofo e tagliatelo a listarelle sottili, affettate finemente le cipolle, sistemate il tutto in una padella capiente, unite la zucca, l’olio e fate cuocere le verdure per circa 20 minuti, il tempo che la zucca si ammorbidisca. A questo punto unite il broccolo lesso, salate, aggiungete un pizzico di origano e fate andare per altri 10 minuti a fuoco vivo: la zucca e i broccoli dovranno sciogliersi quasi del tutto in modo da ottenere un composto omogeneo e ben asciutto.
In una scodella sbattete le uova, pepate, unite i formaggi grattugiati e amalgamate il tutto con il composto di verdure.

Ora non vi resta che tirare la pasta ad una sfoglia sottile sottile, foderare una teglia e farcire con il ripieno. Cospargete poi con pangrattato, un filo d’olio ed infornate a 180° per circa ½ ora.

lunedì 14 marzo 2011

Zea mais e la Polenta incatenata



Zea mais, pianta di origine messicana, con le sue pannocchie dorate ci porta in tavola un ingrediente genuino e semplice, ma gustosissimo e prelibato: la farina di mais e, dunque, tutto quello che si può produrre con essa.



Il mio ragazzo quest'autunno ne ha coltivato alcune piante, dalle quali abbiamo ricavato bellissime pannocchie di varie tonalità, dal giallo oro al rosso mattone. Dalla macina dei chicchi abbiamo ottenuto una farina molto rustica e molto genuina, perchè contiene tutte le parti del chicco: una farina di mais integrale.



E così, vai di polenta! In Liguria poi abbiamo una ricetta prelibata, la polenta incatenata, che prevede l'aggiunta di cavolo nero alla farina in cottura. Questa polenta giallo-verde può poi essere accompagnata da vari condimenti, ma il più classico è con sugo di salsiccia o con burro e formaggio.



Ecco a voi la nostra versione preferita: polenta incatenata con gorgonzola.

Per 2 persone:
200g di farina di mais
700ml di acqua
1 cavolo nero
sale
gorgonzola qb [e qui di solito si abbonda!]

Tagliate il cavolo nero a striscioline sottili e immergetelo nei 700ml di aqcua in una pentola capiente. Portate ad ebollizione, dopodiché iniziate a versare lentamente la farina, mescolando bene per evitare che si formino dei grumi. Salate e fate cuocere la polenta per 3/4 d'ora rimescolando quasi costantemente [se utilizzate una pentola a fondo alto di alluminio potrete rimescolare un po' meno]. Una volta cotta, versatela  calda a mestolate nei piatti e accompagnate con un bel pezzo di gorgonzola.




Con questa ricetta partecipo alla raccolta Mai dire Mais di Massaia Canterina.



giovedì 3 marzo 2011

Pollo arrosto alla provenzale




Ecco la mia rivisitazione di una tipica ricetta di mia mamma: l'originale prevede un cosciotto di agnello e panna da cucina mista alla senape. Io come carne ho adoperato il pollo [mi piace mille volte di più] e ho sostituito l'olio alla panna, che a mio avviso rende  il tutto un po' troppo pesante. La preparazione è velocissima ed il risultato è stato davvero ottimo!


Per 2 persone:
1 polletto da circa 500 g (diviso in pezzi)
3 o 4 rametti di rosmarino
3 spicchi d’aglio
3 cucchiai di senape piccante (tipo Digione)
4 patate
sale
pepe bianco
olio extravergine

Tritate finissimi rosmarino e aglio, mescolateli alla senape e a un cucchiaino di sale. Distribuite uniformemente la salsa sui pezzi di pollo. Sistemateli poi in un tegame assieme alle patate tagliate a tocchetti, condite con un generoso giro d'olio e una macinata abbondante di pepe, fate cuocere in forno a 200° per mezz’ora circa. [Se vi pare che il tutto secchi troppo, coprite con un foglio di alluminio o di carta da forno, ricordandovi di toglierla 5 minuti prima di sfornare.]



E dato che il tempo non permette molte gite all'aperto per fotografare le prime fioriture dell'anno, vi rimando a dare un'occhiata alla bellissima Epatica, una piccola pianta dal fiore viola che colora il sottobosco proprio in questo periodo.