giovedì 8 luglio 2010

Il Gilgio di San Givanni


Domenica con il mio ragazzo abbiamo fatto un giro sui monti, dopo la grigliata della sera prima ci voleva proprio una bella camminata! Nel giro mi sono imbattuta nel bellissimo Gilgio di San Giovanni (Lilium bulbifferum subsp. croceum). [Mi dispiace ma le foto sono solo due perché l'unico presente era questo che vedete nelle foto.] 
Il Lilium bulbiferum è un'erbacea bulbosa perenne della famiglia delle Liliaceae. E' presente in tutta Italia (da 200 a 1800 m s.l.m.) ad eccezione del Friuli e delle isole, ma in generale non è comunissimo e per questo è una specie protetta dalle varie leggi regionali per la tutela della flora spontanea. Si suppone che la sua rarefazione sia dovuta alla sua bellezza che lo ha reso nei secoli una delle piante maggiormente colte per abbellire le case, le tombe, i monumenti e adornare gli altari. 
Vive per lo più negli arbusteti e in prati ombrosi piuttosto asciutti, dove fiorisce da fine Maggio a fine Luglio.


Il nome del genere "Lilium" è un nome latino che significa appunto "giglio" e si suppone abbia radici celtiche: "li" starebbe per candido, come la maggior parte dei gigli conosciuti a quei tempi [questa spiegazione mi convince poco, però la prendo per buona...]. Più chiara è l'etimologia di "bulbiferum"="bulbifero": il Giglio di San Giovanni produce dei piccoli bulbi all'ascella fogliare [ossia nel punto in cui la foglia si inserisce sul fusto], questi bulbilli a maturità cadono a terra e generano nuove piantine. Per ultimo,  il nome della sottospecie "croceum" starebbe per "simile allo zafferano", forse per i suoi pistilli di colore rosso acceso come quelli dello zafferano [ma chissà, anche qui sorgono parecchi dubbi al riguardo...]. 
L'origine del nome italiano invece sta nel fatto che questa specie di Lilium ha il massimo della fioritura intorno al 24 giugno, il giorno di San Giovanni appunto.

[il prato che ospita il Lilium bulbiferum delle foto sopra]

I Gigli sono conosciuti da tempi antichissimi: i greci gli attribuivano un'origine divina e pensavano fossero nati dal latte di Giunone. Anche l'Antico Testamento fa riferimento a queste piante in molte occasioni e moltissimi pittori hanno rappresentato l'Angelo dell'Annunciazione con un Giglio in mano.
Il Gilgio viene utilizzato nella medicina popolare in decotto come diuretico, i petali macerati nell'alcol sono un ottimo cicatrizzante e i bulbi cotti nel latte si stendono sulle ulcere ed hanno azione emolliente.
Ed ora ecco a voi la Quiche mediterranea che ci siamo pappati il Sabato sera, durante la grigliata "causa" della passeggiata-smaltimento.

4 commenti:

  1. Ciao Meg! Che belli ed interessantissimi i tuoi post-natura! Anche mia sorella mia aveva mandato la foto del giglio ma non mi ricordavo più il nome..Bravissima! Un caro saluto

    RispondiElimina
  2. @aurore: tempo permettendo parteciperò volentieri!
    @ornella: sei molto gentile, buon fine settimana anche a te!

    RispondiElimina
  3. Ti ringrazio delle ampie spiegazioni sul Giglio di San Giovanni, che stavo cercando perchè ho un pezzetto di terra ed ho tanti gigli meravigliosi che sto liberando dalle erbe circostanti. Appena riesco ti mando una foto. Grazie, Dario

    RispondiElimina
  4. Figurati Dario, è un piacere essere utile all'identificazione delle piante ^-^ ciao e grazie della visita.

    RispondiElimina